La palpebra è un organo pari e simmetrico, muscolomembranoso, posto dinanzi all’occhio. La sua funzione è protettiva. Fa parte dell’apparato lacrimale.
Anatomia umana
Le palpebre formano una specie di disco che chiude la parte anteriore dell’orbita. Questo disco è attraversato orizzontalmente dalla rima palpebrale, che lo divide in due, formando una palpebra superiore e una palpebra inferiore. Le palpebre sono una doppia piega formata sul davanti dalla pelle e dietro dalla congiuntiva.
Procedendo dalla faccia anteriore verso la faccia posteriore, troviamo i seguenti strati:
- cute
- strato sottocutaneo
- strato muscolare
- strato intermedio
- strato muscolare liscio
- congiuntiva palpebrale
Al loro interno, le palpebre hanno una specie di “scheletro”: il setto fibroso, che ai margini diviene più robusto e viene chiamato tarso.
Ai margini troviamo anche i muscoli della palpebra:
- il muscolo orbicolare, che ha il compito di chiudere la palpebra
- il muscolo elevatore, che controlla la sola palpebra superiore, con il compito di aprirla
- il muscolo di Müller, che rinforza posteriormente il muscolo elevatore.
Ai margini della palpebra sono presenti le ciglia, che hanno il compito di proteggere l’occhio dalla polvere e da piccoli corpi estranei. Sono più numerose in quella superiore (circa 120) che in quella inferiore (circa 70). Hanno lo stesso colore dei capelli, ma non hanno la tendenza a decolorarsi. Si rinnovano ogni 150 giorni circa.
Nell’angolo interno, esiste un piccolo rilevamento, la papilla lacrimale. Nella sua sommità si aprono i canali lacrimali, che si riuniscono al dotto naso-lacrimale, che sfocia nelle fosse nasali.
Nello spessore delle palpebre esistono alcune ghiandole, i cui dotti sfociano nei margini della palpebra:
- le ghiandole di Meibomio, sono nel tarso e i suoi dotti si aprono nella parte più interna del margine
- le ghiandole di Zeiss-Moll, che sono in rapporto con la base delle ciglia.
Queste ghiandole possono infiammarsi dando luogo a malattie delle palpebre.
Malattie delle palpebre
Orzaiolo
L’orzaiolo è un piccolo ascesso dovuto alla suppurazione delle ghiandole di Zeiss-Moll e si sviluppano con maggior frequenza nell’esterno della palpebra. Sono particolarmente colpiti i giovani e molti individui sono soggetti a ricadute. Possono formarsi anche più internamente, interessando in questo caso le ghiandole di Meibomio.
Calazio
Il calazio ha le dimensioni di un orzaiolo, ma non ha i suoi caratteri di infiammazione acuta. Si manifesta come un piccolo nodulo, che si sviluppa nel tarso, talvolta segue un orzaiolo. È meno fastidioso e non reca dolore, ma è difficile che giunga a guarigione spontanea. La cura è chirurgica.
Blefarite ciliare
La blefarite ciliare interessa tutto il margine della palpebra, inizia con un gonfiore leggero e un lieve arrossamento. Tra le ciglia possono generarsi delle squame minuscole. La forma più grave porta alla generazione di piccole ulcere e ascessi, in questa forma sono possibili anche complicazioni.
Disturbi del moto palpebrale
Questi disturbi sono legati ai movimenti dei muscoli delle palpebre stesse. I problemi possono essere legati a lesioni muscolari o a lesione dei nervi che comandano questi muscoli. Una contrazione forzata del muscolo orbicolare porta ad un blefarospasmo, una chiusura non voluta delle palpebre. Può essere dovuto anche a congiuntivite o ad alcune malattie oculari. La manifestazione contraria è il logoftalmo, che impedisce la chiusura delle palpebre. Tra le cause possono essere elencate una funzione alterata della ghiandola tiroidea o la paralisi del nervo facciale. Il pericolo di questa affezione è determinata dalla mancata protezione della superficie del globo oculare, che non sarà umidificato e andrà incontro a secchezza, con possibilità di formazione di ulcere.
La ptosi palpebrale è la caduta della palpebra superiore, con un abbassamento più o meno completo. Un’altra alterazione è rappresentata dall’entropion, un rovesciamento del margine della palpebra verso l’interno. Conseguentemente, le ciglia sono rivolte verso l’interno del bulbo oculare. A questo fastidio viene spesso posto rimedio in modo molto arcaico strappando le ciglia, ma questo non fa che peggiorare la malattia, le ciglia ricresceranno ancora più forti peggiorando la situazione e portando anche rischi infiammatori a carico del bordo palpebrale. Di questa malattia se ne conosce una forma dovuta a cicatrici ed un’altra di tipo spastico, di origine secondaria ad altre malattie dell’occhio. L’ectropion è l’esatto contrario: il margine palpebrale è rovesciato all’esterno.
L’epicantio è una plica cutanea che ricopre l’angolo interno dell’occhio. Può essere congenito (caratteristica somatica delle popolazioni asiatiche e associata alle persone affette da sindrome di Down) o traumatico.